Lucia Coppola - attività politica e istituzionale | ||||||||
Legislatura provinciale
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Comune di Trento
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Trento, 1 ottobre 2015 L' area SLOI-CARBOCHIMICA, a Trento Nord, è ricompresa nell’elenco dei siti inquinati di interesse nazionale (SIN). Tuttavia, - a parte gli studi e i monitoraggi – sembra esservi ora un incomprensibile disinteresse di Comune e Provincia. Si stenta a dare avvio alle opere di bonifica, benché per la parte pubblica del sito, vale a dire “le rogge e le fosse di scolo delle acque” i progetti di recupero siano già pronti. Si tratta solo di “cantierare” i lavori. La Provincia ha predisposto un progetto esecutivo di recupero per le rogge, che prevede interventi di bonifica volti anche al risanamento della falda acquifera. Ma ancora non si sa che fine ha fatto questo piano, forse finito in fondo a qualche cassetto. Probabilmente mancano le risorse economiche ma la Provincia di Trento non pensa che questa sia una vera e propria priorità? Inoltre, per quanto riguarda il monitoraggio, sappiamo che esiste una rete di controllo, ma non conosciamo lo stato delle analisi; com'è la situazione delle acque nella zona di Trento Nord? Dobbiamo sapere tutti che, in caso di alluvioni nella zona, gli agenti inquinanti potrebbero essere trasportati altrove dai corsi d’acqua inquinati. Perché non ci si muove con l'attuazione di tale piano? Per quanto riguarda, invece, i terreni, di proprietà dei privati, l'immobilismo dimostrato finora non è certamente di buon auspicio. La crisi del settore immobiliare rende evanescente la speranza di recuperare con la vendita degli immobili i fondi necessari per la bonifica. Ritorna dunque d’attualità l’esigenza di riprendere in mano la questione delle bonifiche nelle sedi competenti – Comune di Trento e Provincia – per uscire finalmente dallo stallo. E’ evidente che la priorità assoluta è quella di evitare che le situazioni di rischio per danno ambientale si protraggano all’infinito, ma è altrettanto chiaro che un’area così importante e strategica per la città di Trento non possa essere lasciata nel totale abbandono e disinteresse. A ciò si aggiunge la precaria e degradante situazione dei disperati che lì trovano ricovero in condizioni igienico sanitarie terribili e con il pericolo di ammalarsi e persino perdere la vita, proprio come è avvenuto nella serata di mercoledì 30 settembre a un cittadino rumeno che è morto nel tentativo di riscaldarsi dai primi freddi autunnali con un fuoco improvvisato che è poi stato impossibile domare. Ci chiediamo fino a che punto e quali disgrazie debbano ancora accadere perché questa parte di città, che non è neppure periferia, venga seriamente considerata in tutta la sua pericolosità e degrado e restituita alla collettività in condizioni di sicurezza, rispetto, attenzione ai cittadini. Lucia Coppola |
LUCIA COPPOLA |
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